10 aprile 2008

Il disordine sono


La luce sono sui muri,

l’odore, ma non il luogo.

Scompongo per natura

me stesso, non è lei l’esistenza a entrare in me,

sono io a entrare nei luoghi

che compongono la sua essenza.

il disordine sono, senza

la maglietta,

un nudo improvviso sono,

-Copriti!-,

(prenderai di certo un colpo).

la luce sono sui muri,

l’odore, ma non il luogo.

trasformazione,

leontiasi, licantropismo:

vibrisse e code,

armonia che pago

con instabilità,

io il più solido masso

che mai abbia incalcato la terra.

la luce sono sui muri,

l’odore, ma non il luogo.

luce sui muri sono

e fede: spada, calice, cuore,

avidità per tutto:

sento con orecchie tese

il sussurro di ciò

che continuamente potrebbe essere,

e sono istigato a dargli vita:

schiavo sono, ma per mille notti,

mai visto libertà allontanarsi

perchè sono schiavo:

di notte io sono il padrone delle materie,

reggono universi, sono

il cambiatore di ritmi,

l’incudine pestata dall’incessante martello.

la luce sono sui muri,

l’odore, ma non il luogo.



Halvhari

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