17 febbraio 2012

Triade

Autósmemo – 80 20 1220
Spostando energie in movimento
Lungo i denti della ruota
Vedrai che è la stessa cosa
Ma adesso in qualche modo va a tempo
È il doppio materasso forse?
Forse momenti e ricordi
Forse in qualche notte, avrò...
Avrò trovato qualche soluzione
Ma mi sono scordato di dirmelo

Guernica Editorial – 80 20 1220
Effettuá, un colpo dopo l’altro
sábene dove comé – com’è?
questo è il mio lavoro
nOn l’ascia Tracia, l’extraterrestre

Nel frattempo...
Sogno di una notte di mezzo upload
Ghepardi ghepardi!
...lumachelumachelumache...
Lepre lepre lepre!
Tarrrrrrrrtaruuuuuuu-gah!

4 novembre 2011

Midnight in Paris

Midnight in Paris è il film della vita di Woody Allen. Non so se sia il migliore perché ha fatto cose troppo diverse (il mio preferito sarà sempre Sweet Low Down) ma credo rappresenti l'apice del discorso interiore che ha portato avanti di fronte a noi per mezzo secolo.

In una Parigi che slitta imprevedibilmente indietro nel tempo, Woody Allen scrive il suo film secondo me più equilibrato e maturo, un prodotto perfetto e veramente trova nella vecchiaia la sua età dell’oro.

Libero oramai dall’estetica della pantomima intellettuale, dopo aver cercato spazi e tempi nuovi e più ampi e riscoperto da anni il gusto di raccontare, Allen scrive ancora una commedia, ancora un tocco di tristezza autunnale, ancora le note arruffate della musica che ama, ma trovo che mai sia riuscito prima a fare un film godibile superficialmente, soddisfacente per borghesi ma anche pane per carpiati intellettuali radical.

Un guardarsi indietro con affetto. Il gusto è pacato, le tematiche grandi ma accennate. 

C’è un sorriso sornione nel prendersi la rivincita finale su tanti pedanti ed evitare di rispondere alle loro pedanterie lasciando parlare direttamente tutta la lost generation al completo, tutta la rive gauche dell’indimenticata Parigi post-Grande Guerra. O forse voleva rinfrescarci la memoria sulla differenza tra chi parla di cultura e chi parla con cultura.

Owen, come attore cresciuto di dieci anni in dieci giorni, è trasfigurato senza tradire la sua persona – resta un cazzone, ma riesce anche a ricordare qua e là un giovane Allen, in modo schietto e smaccato nell’ultima scena sul ponte, con una battuta leggera e appena balbettata mentre inizia a piovere, che è assolutamente l’incarnazione bionda e californiana del Woody di Io e Annie.

Qui c’è tutto il sapore di lavarsi di torno le insistenze del luogo comune che vorrebbe perdessimo veramente la poesia della Parigi interiore: è romanticheria facile ma genuina, forse adolescenziale ma aggraziata e perfetta nel suo scopo.

La ragazza e i genitori della bionda bisbetica (belle le inquadrature sul culo perfetto che riesce ad essere fastidioso anche lui per l’odiosità della donna che lo muove) sono dei personaggi accennati, macchiette, appropriatamente funzionali ma fuori dalla trasognata atmosfera di questo film che riesce ad aprire con 4 minuti di inquadrature di Parigi riuscendo a non annoiare e senza cliché.

Non si arriva a stonare in Midnight in Paris perché, come bambini a Natale, non vogliamo altro che vedere ripetersi di nuovo l’incanto notturno che è alla base della storia.

In mezzo a un cast ispirato di cui vi risparmio l’elenco perché se amate gli scrittori e pittori degli Anni Trenta parigini vi rovinerei la sorpresa dicedovi chi interpreta chi, anche Carla Bruni trova una sua dimensione, ritagliata su misura e in cui riesce in un piacevole cammeo.

Kathy Bates perfetta e Marion Cotillard azzeccatissima per il ruolo.

Ideale con cioccolata calda e mezza lacrimuccia.

2 aprile 2011

L'insegnante d'inglese

Era passato un anno da quando aveva iniziato a dare lezioni d'inglese a Palermo.
Erano passati sei mesi da quando il padre del ragazzo gli aveva un giorno casualmente chiesto se fumava erba. Il tono era stato strano: era quello di chi proponeva, volontariamente mal mascherato da paterna curiosità sul sociale. D'altra parte, l'uomo sembrava certamente di stampo tradizionale, ma con una pancia, un'aria vissuta, un sorriso e gli occhi stretti e blu che dicevano che la vita, in qualche modo, se la godeva, e che occasionalmente avrebbe privilegiato il piacere alla morale o perfino alla legge. Fu non tanto una certezza sul tipo di vizio che prediligesse, quanto la certezza del mutuo rispetto che intercorre discreto ma chiaro tra viziosi a tranquillizzare l'insegnante sulla natura della domanda. 
In quel momento, all'insegnante si prospettò una scelta piccola ma importante.
Non era né del posto, né dell'isola ed era anche troppo cosciente di dover sempre badare
a cosa dicesse e a chi: rispose "Di quando in quando". Saranno state le tre di pomeriggio, era fine aprile
e quel giorno c'era una frescura nel vecchio salotto, una pace, che fece sì che per un attimo più lungo del solito si protraesse il silenzio. Poi sorrise, il padre, e l'insegnante, goloso, proseguì: -...ma ho un amico che fuma.
Era passato un anno e ora si trovava nella stessa sala e lo stesso sole donava un tono dorato ma un po' triste al legno scuro dei mobili, dove la luce filtrava dalle fessure tra le tende. Era quel foglio sulla scrivania che l'insegnante ora fissava, proprio al fondo, dove, sorpa una riga, doveva mettere la sua firma.
Lo stesso uomo, il padre del ragazzo a cui dava lezioni d'inglese, era seduto davanti a lui. Era l'insegnante a sedere nella poltrona di pelle; era un signore sui sessant'anni, appena un po' basso, virile, forte e abbronzato, a stare in piedi sul tappeto davanti alla scrivania. Casualmente il ragazzo pareva il dirigente e il vecchio il questuante. L'insegnante, prima che arrivasse il suo futuro collega nella nuova società, aveva passato la mattinata a riguardare il contratto e, ora che lui era arrivato, era giunto il momento di firmare; prima, però, c'era una domanda difficile da fare, un chiarimento inprescindibile, qualcosa che doveva essere chiesto, perché nessun accertamento né fiscale né giudiziario avrebbe mai potuto veramente dare al giovane imprenditore una certezza, ma quantomeno e per quanto antipatico e spiacevole fosse, domandare avrebbe chiarito, eprché ancora quella è una terra dove la parola conta, ma anche dove le domande non devono mai essere fatte con il punto interrogativo in fondo. Allora disse:
- C'è un teatro, in Sicilia, molto diffuso, nel quale spesso la gente finisce per recitare senza rendersene conto.
L'uomo, che aveva un bicchierino d'amaro e stava con l'altra mano in tasca e il naso all'insù a guardare annoiato la libreria scorrendone con gli occhi i titoli, alzò gli occhi come destato da un torpore, si riempì l'amaro e si sedette comodo sul divano: si era da subito creato, tra i due, un'intesa ironica e falsamente formale, fatta di sorrisi intimi come quelli degli uomini a caccia di donne.
- Io non vorrei mai scoprire di fare parte di questo teatro. Preferisco morire, perché l'odore che c'è dove si tengono i suoi spettacoli è il tanfo della putrefazione. 
L'uomo capì perfettamente, ma si sentì offeso; tuttavia non lo diede a vedere, perché capiva che, per uno straniero, non c'era veramente modo di distinguere, di sapere, di capire. Non poteva capire come funzionavano gli sguardi per le precedenze, le minime alzate di mento, così come non avrebbe mai distinto con certezza tra le maniere mafiose e l'essere un mafioso. Pensò anche a quanto egli stesso non avesse diritto di scandalizzarsi: non era forse fin troppo comune scoprire dopo vent'anni di aver fatto affari con mafiosi?
Eppure, si sentì offeso; tuttavia, non lo diede a vedere. 

30 agosto 2010

mostra internazionale del cinema

Ciao ragazzi, wholefreakingstocks appoggia zorro nella lotta per il ranking!
date un'occhiata al suo blog e al twitter su www.twitter.com/zorrobiennale!

29 luglio 2010

28 luglio 2010

Demoni delle farmacoreligioni (da un articolo di F. Leporatti)

io mi faccio bastare il Vivin C

Muori, panda

Muori, panda.
Orso stanco di vivere 
che l'inserviente provvede
di video porno per panda
con cui spingerlo alla monta

Muori, panda per cui
spesi furono milioni,
a tener in vita una razza stanca:
soldi stornati da foche e tigri,
ma perché no, anche da cani e gatti,
pur sempre pieni di voglia d'amore.

Muori, Sion, e collassa sul tuo orgoglio 
come il magma delle sephirot
ingoia il superbo

Muori, Mecca, con il tuo idolo cubico
crolla inghiottita nella caina 
che cammina, folle, nella spirale

Muori, Nicea, 
schiantata sotto la grande cupola
come quell'insetto degli angoli sei
che infesti gli spiriti

Muori, panda, chiese tutte,
vili verso la vita,
raduno per altri vili

Muori, venditore di magliette coi panda, 
con croci, lune o stelle,
poiché dopo ci muoiano a mille a mille appresso

12 dicembre 2008

Presents

wrapped: sticking out, edges:
christmas, almost
Funny, it's cold but it burns: mental sketches,
how things keep itching after and after

Hold on, to meanings
wrapped: the prices were left uncovered, inside

Lick open bleeds, lately,
tighten hurt as you spur it, looking down on me
I have no means to retort.

16 agosto 2008

Androids

Bellissimo le rpese dietro l'orecchio.

Robot Pornography