La luce sono sui muri,
l’odore, ma non il luogo.
Scompongo per natura
me stesso, non è lei l’esistenza a entrare in me,
sono io a entrare nei luoghi
che compongono la sua essenza.
il disordine sono, senza
la maglietta,
un nudo improvviso sono,
-Copriti!-,
(prenderai di certo un colpo).
la luce sono sui muri,
l’odore, ma non il luogo.
trasformazione,
leontiasi, licantropismo:
vibrisse e code,
armonia che pago
con instabilità,
io il più solido masso
che mai abbia incalcato la terra.
la luce sono sui muri,
l’odore, ma non il luogo.
luce sui muri sono
e fede: spada, calice, cuore,
avidità per tutto:
sento con orecchie tese
il sussurro di ciò
che continuamente potrebbe essere,
e sono istigato a dargli vita:
schiavo sono, ma per mille notti,
mai visto libertà allontanarsi
perchè sono schiavo:
di notte io sono il padrone delle materie,
reggono universi, sono
il cambiatore di ritmi,
l’incudine pestata dall’incessante martello.
la luce sono sui muri,
l’odore, ma non il luogo.
Halvhari
Nessun commento:
Posta un commento